Una serata evento eccezionale a coronamento del 96° Opera Festival 2018: domenica 26 agosto alle 21.30 va in scena il nuovo allestimento della Fondazione Arena di Verona che presenta il meglio di Rigoletto, Il Trovatore e La Traviata, con l’impegno di tutte le forze artistiche e tecniche areniane, la direzione di Andrea Battistoni e 16 star del panorama lirico internazionale.
Verdi Opera Night coronerà la 96ma edizione del Festival domenica 26 agosto alle ore 21.30. La magica serata-evento dedicata al cigno di Busseto omaggia la grande lirica con una vera e propria “parata di stelle” diretta da Andrea Battistoni, con la regia di Stefano Trespidi, scene di Michele Olcese, luci di Paolo Mazzon, il projection design di Sergio Metalli e le coreografie di Luc Bouy.
«Si tratta di un’occasione unica di vedere tre opere immortali in una sola serata, attraverso un atto scenicamente completo per ognuno dei tre diversi titoli, grazie anche ad un nuovo impianto scenico agile che permette cambi rapidi e d’effetto» spiega il regista Stefano Trespidi: «Questo nuovo allestimento del Festival 2018 mette insieme tutte le forze interne dell’Arena di Verona, con regia, scene, costumi, coreografie, luci e proiezioni realizzate appositamente per questo evento eccezionale».
Arena è sinonimo di Verdi e con lo spettacolo Verdi Opera Night si rende omaggio al compositore più rappresentativo di oltre un secolo di Festival lirico. La serata si preannuncia strepitosa grazie al cast di altissimo livello impegnato a restituire la magia e la potenza emotiva della celebre “trilogia popolare” del cigno di Busseto. Una combinazione unica e irripetibile, infatti, mette insieme i più affermati cantanti a livello mondiale – come Luca Salsi, Lisette Oropesa, Francesco Meli, Simone Piazzola, Violeta Urmana e Serena Gamberoni – e il meglio delle voci emergenti nel repertorio verdiano – come Rame Lahaj, Maria Mudryak, Luciano Ganci – con comprimari di lusso e giovanissimi talenti già apprezzati dal pubblico e segnalati dalla critica.
Un mix di tale livello è stato possibile anche grazie al Sovrintendente e Direttore Artistico Cecilia Gasdia, che afferma: «Sarà una vera e propria “parata di stelle” quella chiamata a celebrare il binomio Giuseppe Verdi – Arena di Verona, che da oltre un secolo contraddistingue le estati areniane. È proprio dall’Aida del 1913, con cui ha preso il via il nostro glorioso Festival, che il nome di Verdi e le note delle sue opere immortali risuonano nel cartellone lirico veronese. Vogliamo celebrare questo legame e tutti i lavoratori, i professionisti di ogni settore impegnati all’Arena».
Con l’Orchestra, il Coro preparato da Vito Lombardi, il Ballo coordinato da Gaetano Petrosino e i Tecnici areniani sono quindi impegnati non uno, ma ben tre cast, mentre sulla scena si preannuncia uno spettacolo per le orecchie ma anche per gli occhi, grazie alla nuova scenografia. «Si tratta di un’occasione unica di vedere tre opere immortali in una sola serata, attraverso un atto scenicamente completo per ognuno dei tre diversi titoli, grazie anche ad un nuovo impianto scenico agile che permette cambi rapidi e d’effetto» spiega il regista Stefano Trespidi: «Questo nuovo allestimento del Festival 2018 mette insieme tutte le forze interne dell’Arena di Verona, con regia, scene, costumi, coreografie, luci e proiezioni realizzate appositamente per questo evento eccezionale». A rimarcare l’atmosfera di festa concorrono i maestri accompagnatori dell’Arena di Verona, che accoglieranno il pubblico a partire dalle 20:30 con celebri pagine verdiane eseguite su un pianoforte gran coda.
Alla guida della compagine artistica areniana al gran completo e degli interpreti internazionali un giovane direttore dalla brillante carriera, Andrea Battistoni, che torna sul più ambito podio veronese da direttore ospite principale della Tokyo Philharmonic Orchestra (avrà su di sé per tutta l’opera le telecamere della TV giapponese): «La Verdi Opera Night va intesa come una celebrazione per uno dei più grandi geni italiani, cui innumerevoli cantanti, musicisti, registi, tecnici e operatori del settore hanno donato ore di impegno, fatica e passione al fine di mettere in scena i sogni artistici del grande maestro di Busseto e le pagine delle sue più celebri opere. Non riesco ad immaginare migliore introduzione all’opera italiana per il turista curioso o i giovani pronti ad avvicinarsi a questa straordinaria forma d’arte, e una gioia più grande per gli appassionati che ritroveranno, nelle romanze e nei cori più conosciuti di Verdi, il bagliore originario che li ha introdotti alle gioie della musica lirica. Esibirmi ancora su questo podio ssarà la soddisfazione più sentita tra i miei impegni professionali, un ideale dono artistico alla mia adorata città e a questo teatro unico al mondo».
La “festa dell’Opera”, con la regia di Stefano Trespidi, le scene di Michele Olcese, il light desgin di Paolo Mazzon e il projection design di Sergio Metalli, si apre con una delle pagine liriche più suggestive della storia del melodramma: la Sinfonia de La Forza del destino tradotta in movimento dai danzatori del Festival, chiamati a trasmettere l’emozione della musica attraverso i corpi sinuosi, i gesti atletici e la forte tecnica sulla creazione coreografica di Luc Bouy.
Segue quindi il primo titolo della trilogia verdiana, Rigoletto – eseguito per la prima volta in Arena esattamente 90 anni fa – di cui viene proposto il secondo atto aperto dalla celebre aria Ella mi fu rapita del giovane tenore Rame Lahaj, recente vincitore di Operalia, che debutta in Arena nel ruolo del Duca di Mantova. Si prosegue poi con l’invettiva più famosa di tutto Verdi, Cortigiani, vil razza dannata, interpretata nel ruolo del titolo da Luca Salsi, baritono verdiano d’eccellenza e prediletto da Riccardo Muti, che vanta anche un record unico come protagonista di 2 opere in 7 ore al Metropolitan di New York. A concludere l’atto arriva lo struggente duetto padre-figlia con la Gilda di Lisette Oropesa, soprano statunitense che ha calcato i più importanti palcoscenici al mondo, tra cui il Metropolitan di New York oltre 100 volte, e che debutta per l’occasione nel “tempio della lirica”. Accanto a loro completano il cast le voci di Biagio Pizzuti per Marullo, Carlo Bosi per Matteo Borsa, Romano Dal Zovo per il Conte di Ceprano, Nicolò Ceriani per il Conte di Monterone, Gocha Abuladze come Usciere e la giovane Barbara Massaro per il Paggio della Duchessa.
Dopo un breve intervallo la scena si sposta nelle fosche e notturne atmosfere de Il Trovatore: siamo nel terzo atto e assistiamo ai tormenti e alle sconvolgenti rivelazioni dei personaggi principali. Si inizia con una scena corale nell’accampamento del Conte di Luna, che è il nobile baritono verdiano Simone Piazzola (debuttante in Arena proprio in questo ruolo solo due anni fa e prossimo ad inaugurare la stagione 2019 alla Scala) e che interroga la zingara Azucena, forgiata dall’acciaio vocale di Violeta Urmana, reduce da successi mondiali come mezzosoprano, già amatissima Amneris proprio a Verona. Si giunge quindi alla celeberrima cabaletta finale di Manrico, Di quella pira, interpretata da un altro nome top della scena internazionale, il tenore Francesco Meli, protagonista di prime scaligere e in questo ruolo a Salisburgo accanto ad Anna Netrebko e Placido Domingo. Insieme a lui la Leonora unica di Serena Gamberoni, a pochi giorni dal trionfo areniano come Micaela. Completano il cast Dal Zovo per Ferrando e Bosi per Ruiz.
Quindi a conclusione della serata evento, si cambia nuovamente scena con l’opera più rappresentata al mondo: La Traviata, di cui viene proposto l’emblematico terzo atto. Il ruolo di Violetta Valéry è qui affidato a Maria Mudryak, giovane e affermato soprano vincitore dei più importanti concorsi internazionali, che ha già sostenuto ruoli da protagonista in grandi teatri; per la prima volta la Mudryak si esibirà all’Arena di Verona accanto all’Alfredo di Luciano Ganci, altra nota voce tenorile che conta nella sua agenda importanti debutti in Emilia, Napoli, Firenze e Liegi. Corona il cast Simone Piazzola nei panni di Giorgio Germont, suo cavallo di battaglia e ruolo che ha sostenuto in tutto il mondo per oltre 150 recite. Completano il quadro l’Annina di Martina Gresia, di soli 21 anni, la più giovane debuttante della stagione areniana, e il solido Dottor Grenvil di Dal Zovo.
Una conclusione che ci proietta idealmente verso il Festival 2019, che con un nuovo allestimento de La Traviata inaugurerà l’estate areniana nel segno di Giuseppe Verdi.