La bella e romana «Sirmio», protesa com’è nell’azzurro Benaco, si lega come è noto alle Grotte di Catullo e al castello o rocca scaligera. La penisola di Sirmione – per molti secoli veronese – ha la forma di un triangolo: il lato più lungo guarda a levante, gli altri due minori a ponente e si congiungono a mezzodì dove appunto sorge la fortezza scaligera. Chiara la scheda di Carlo Perogalli: «Sirmione: Castello scaligero, circa seconda metà del secolo XIV, committente Cangrande della Scala, conservato, museo visitabile, darsena fortificata (eccezionale), eminenza paesaggistica, uno dei più significativi castelli scaligeri». In effetti, il castello o rocca scaligera – come lo si nomina comunemente – offre la visione integrale di una fortificazione medioevale di primaria importanza; benché lombardo va riferito all’area veronese: è «anfibio» come Castelvecchio e il castello di Lazise. Forse Dante lo visitò quando fu ospite di Bartolomeo della Scala; la visita del «ghibellin fuggiasco», venne poi scolpita dal Carducci nei versi: «Volgiti, Lalage e adora / un grande severo s’affaccia alla Torre scaligera / Suso in Italia bella / sorridente ei mormora e guarda l’acque, la terra e l’aere…». La Serenissima lo tenne sempre in grande considerazione per la sua difesa territoriale: sotto il governo veneto un vicario ed un castellano erano destinati alla custodia e alla conservazione di questo castello, ed una batteria di sei pezzi ne difendeva l’accesso. «Umbelico di Terra Ferma» lo appellava il provveditore straordinario di Peschiera nel 1637 «custodito da una banda de soldati con un provisionato bombardiere». In seguito il vecchio forte potè servire alla più sicura difesa nella guerra dei francesci contro l’Austria. E difatti il maggiore Schonek, dopo la battaglia del Natale 1800 combattuta a Valeggio, con un drappello di cinquecento austriaci si oppose efficacemente all’impeto degli assalitori repubblicani fino alla conclusione dell’armistizio di Treviso e al trattato di Luneville (1801). L’edificio fortificato svolse funzioni militari fino al secolo scorso quando, dopo l’unità, il castello fu sede del Municipio, quindi ufficio postale e poi di nuovo caserma. Nel secondo conflitto mondiale divenne sede del comando germanico di occupazione mentre i sotterranei furono adibiti a rifugio antiaereo. Ma perché Verona non rivendica questa sua proprietà?
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È uno dei più famosi esempi di castelli scaligeri con darsena fortificata come Castelvecchio e Lazise. Fu fatto costruire da Cangrande della Scala e la Serenissima lo tenne sempre in grande considerazione per la sua difesa territoriale
Verona può rivendicare la rocca di Sirmione
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