San Luigi Gonzaga e anche le sue nipoti hanno lasciato a Castiglione, e non solo, un’eredità dall’alto valore storico e culturale. Luigi Gonzaga, Santo canonizzato nel 1726 è il patrono mondiale della gioventù. Questo personaggio ha sempre esercitato a pieno la sua libertà, conciliandola con i valori cristiani, contro il volere del padre ha infatti rinunciato alla sua eredità e al suo titolo, per entrare nella Collegio romano dei gesuiti, ma in seguito ha contribuito anche alla pacificazione fra i diversi rami della famiglia Gonzaga.
Renata Salvarani, docente di Storia del Cristianesimo e Storia Medievale all’Università Europea di Roma, spiega che sono stati effettuati degli studi su Luigi Gonzaga negli archivi di Roma, del Vaticano e nelle biblioteche di tutta Europa. Queste indagini hanno portato, Johan Ickx, docente dell’università di Roma e responsabile dell’Archivio storico vaticano, alla scoperta di un testo di teologia, sul quale Luigi Gonzaga stesso aveva posto delle annotazioni, soprattutto in corrispondenza di testi riguardanti la carità.
“La carità,”-sottolinea Renata Salvarani-“virtù che il nostro Luigi di Castiglione ha esercitato, sappiamo bene, fino all’eroismo, fino a dare la sua vita, assistendo gli appestati a Roma nel 1591.”
A Castiglione c’è la possibilità di visitare il Refettorio del Collegio delle Vergini, fondato da Cinzia, Olimpia e Gridonia Gonzaga, tre nipoti di Luigi e figlie del fratello Rodolfo. Nel collegio, ancora oggi le fanciulle vengono istruite ed educate alla cristianità. Si tratta dell’unica istituzione laicale femminile legata ai gesuiti, che dal Seicento è giunta fino ai giorni nostri, senza mai subire interruzioni nel corso degli anni, nemmeno a causa delle invasioni napoleoniche o delle soppressioni dei Savoia. Le Vergini di Gesù conservano ancora oggi la casa di Elena Liprandi, madre delle tre fondatrici del Collegio, al cui interno sono ancora presenti i mobili originali, pochissimi oggetti di Luigi Gonzaga e alcune sue lettere.Visitando l’edificio in questione, inoltre, si effettua un vero e proprio viaggio nel tempo, perché si entra nella vita di una comunità di donne, che vive ancora come nel periodo di fine Cinquecento – inizio Seicento.
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