L’Assessore Gian Franco Tomasoni: Una grande opportunità per portare i consumatori ad un confronto diretto con l’enologia e la viticoltura bresciana. I prodotti enologici rappresentano una tradizione importante per il sistema di eccellenze dell’agricoltura della provincia di Brescia: ben venga quindi questa iniziativa che punta a celebrare e tutelare adeguatamente questo grande patrimonio di identità e tradizioni. L’Assessorato all’ Agricoltura della Provincia di Brescia partecipa e sostiene questo Festival che celebra i vini bresciani, non solo sotto l’aspetto enologico e produttivo,ma anche da un punto di vista della promozione, della comunicazione, del marchio e del packaging all’interno di una struttura prestigiosa come i Musei Mazzucchelli di Mazzano. L’Assessorato all’Agricoltura ha del resto fra i propri principali obiettivi la promozione dei prodotti agroalimentari sia sui mercati nazionali che internazionali : fortunatamente a Brescia si è andata costituendo una rete di iniziative grazie alle quali i produttori hanno l’occasione di entrare sempre più frequentemente in contatto con il cliente finale sempre più attento alle origini dei prodotti, alla filiera e alla sicurezza alimentare. La rassegna – spiega l’Assessore all’Agricoltura Gian Franco Tomasoni – si pone l’obiettivo di educare al gusto per riconoscere e preservare le qualità degli alimenti e dei prodotti del territorio bresciano. Occorre guardare al cibo come cultura non solo per stabilire legami con il passato, ma per preparare il futuro, trasmettendo ai giovani una corretta educazione alimentare. I Musei Mazzucchelli e il Centro Vitivinicolo Provinciale di Brescia presentano la terza edizione del Festival del Vino Bresciano, quest’anno ispirato al tema Bacco e Venereo Per la prima volta riunite in un’unica manifestazione, le più eccellenti aziende vitivinicole e agroalimentari della Provincia di Brescia offrono la possibilità di degustare i più pregevoli vini e altri prodotti tipici bresciani, tra cui olio, salumi e formaggi DOP SABATO 17 E DOMENICA 18 OTTOBRE 2009 (DALLE 14 ALLE 21): • BANCHI DI DEGUSTAZIONE DEI VINI BRESCIANI • ESPOSIZIONE E DEGUSTAZIONE DI PRODOTTI ENOGASTRONOMICI DEL TERRITORIO • BACCO E VENERE, MOSTRA DI CAVATAPPI, INCISIONI E TASTE-VIN. Ingresso e orari: dalle 14.00 alle 21.00; ingresso € 5,00 (degustazioni incluse). BACCO E VENEREFin dall’antichità Bacco e Venere sono stati rappresentati insieme nel tentativo di dare forma all’atavico connubio di ebbrezza emotiva e desiderio. La pulsione sensuale trova spesso nell’ebbrezza dei sensi la sua origine e la sua amplificazione. Il desiderio può esplicitarsi però in forme e attività non direttamente connesse al suo appagamento concreto, ovvero mediante l’immaginazione o la fantasia. In questi casi esso può concretizzarsi in veri e propri prodotti artistici. Traendo ispirazione dai materiali conservati presso il Museo del Vino e del Cavatappi nasce l’esposizione Bacco e Venere che riunisce alcune delle più pregevoli incisioni del fondo grafico e dei più curiosi cavatappi e taste-vin artistici. Le incisioni esposte sono databili tra il XVI e il XIX secolo e si riconducono a due temi iconografici: soggetti mitologici e momenti di intimità rubati tra le mura domestiche. Bacco e Venere sono protagonisti dell’incisione di Hubert Goltzius del 1560 ca., ritratti accanto a Cerere con l’esplicito sottotitolo Sine Cerere et Baccho friget Venus (Senza Cerere e Bacco si raffredda Venere) (inv. 192). Segna il passaggio del tema dall’ambito mitologico a quello letterario l’incisione di William Satchwell Leney del 1795 che trae spunto dall’opera Enrico IV di Shakespeare e ritrae il corpulento Sir John Falstaff che corteggia Alice Ford (inv. 258). Tra i numerosi interni di abitazioni e cantine, in cui sono raffigurati uomini e donne che furtivamente si scambiano tenerezze, si segnala un’incisione di John Smith derivata da un dipinto del fiammingo Adriaen Janszoon van Ostade (inv. 157). Più recenti sono invece i cavatappi figurativi che si sviluppano a partire dal XIX secolo. Sono quasi tutti esemplari del tipo semplice, in ottone, bronzo o argento. I francesi realizzano gambe femminili con giarrettiere e maschili con calzini. I tedeschi creano sirene dalle forme arrotondate oppure jambes de dames, modello fabbricato da Graef e Schmidt che rappresenta gambe femminili con calze rigate in celluloide e stivaletti in nichel. Si datano alla fine del XIX secolo e sono chiamati anche French can-can perché evocano il famoso ballo in voga a Parigi in quegli anni. Anche in Inghilterra si trovano cavatappi erotici con impugnatura a forma di gamba femminile o di sirena. Anche nel fondo dei taste-vins si ritrovano scene figurative. Nei primi anni del XX secolo poi in seguito alle nuove tendenze artistiche imposte dall’Art Nouveau prima e dall’ Art Déco assistiamo a un’esplosione del tema figurativo nella realizzazione di nuovi cavatappi. L’elemento funzionale diventa un accessorio di secondaria importanza. Si può dire che la creatività e la fantasia degli artigiani-artisti prende il sopravvento sulla praticità dell’oggetto. Si creano statuine, vere e proprie sculture che rappresentano tutti i personaggi della società: vignaiuoli, poliziotti, frati, spazzacamini, marmi ecc.
17-18 ottobre 2009 presso Musei Mazzucchelli
Festival del Vino Bresciano
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