È dal 1979 che la terza rete Rai è stata regionalizzata, e dopo quasi trent’anni, le sponde del Lago di Garda non ricevono ancora le trasmissioni delle Regioni di appartenenza. I cittadini del Garda, quando accendono la tv per vedere il telegiornale regionale, sulla sponda veronese possono ascoltare le notizie della Lombardia, mentre sulla sponda bresciana seguono l’attualità del Veneto. Sembra persino comica la cosa vista da fuori, non però per i tanti cittadini gardesani che la considerano un vero disservizio della televisione di Stato. In particolare, con l’apertura della nuova sede Rai in centro a Verona, gli utenti del Garda hanno creduto a una svolta della ricezione, che invece non si è verificata. I veneti del lago si sono imbufaliti soprattutto in occasione delle elezioni politiche, quando hanno tentato di seguire sullo schermo, senza riuscirci, i risultati dei candidati veneti e veronesi. I cittadini di Bardolino nel periodo delle festività pasquali, hanno protestato per la mancata visione di un servizio di cinque minuti sul turismo del loro paese, andato in onda sul Tg Tre. Per il futuro la situazione sembra destinata a non cambiare. Lo spiegano i responsabili della sede regionale Rai. Ferdinando Andreatta, responsabile dell’area Nord della Società Rai-Way, l’agenzia della Rai che cura gli impianti, spiega: «La volontà di risolvere il problema è storica, ci sono studi e tentativi in corso da almeno 20 anni, ci abbiamo provato, ma non ci sono le condizioni tecniche per risolvere questo grave problema. Non ci sono frequenze libere, sono tutte occupate, ci vorrebbe un nuovo canale che non è disponibile. La gente pensa che per vedere Rai Veneto basterebbe semplicemente installare un nuovo impianto, che sarebbe anche facilmente realizzabile; in realtà questo non servirebbe a nulla, perché poi non ci sarebbe la frequenza per trasmettere».Non ci sono speranze? Il responsabile di Rai-Way una prospettiva per il domani l’ha pronta. «Doveva essere digitalizzata tutta la rete nazionale entro fine 2005», dice il funzionario, «invece quest’anno è stata emanata una legge che ha posticipato il termine per il passaggio al digitale a fine 2008. Questo perché non si poteva fare tutto in un colpo, infatti la legge Gasparri aveva dato indicazione di raggiungere entro la fine del 2005 la copertura del 70 per cento della popolazione, e questo è stato fatto. Il digitale permette di irradiare 4-5 canali con una sola frequenza, così la Rai con le frequenze delle reti 1, 2 e 3, potrà nel futuro diventare supporto per 15 canali». «Quindi», conclude Andreatta, «per risolvere a breve il problema, bisogna trovare le risorse per il segnale Veneto». L’ufficio controllo qualità della Rai Veneto, invece, spiega perché non arriva il segnale giusto sulle rive del Lago: «Quando è nata nel 1979 la terza rete, esistevano già gli impianti delle reti uno e due che coprivano il territorio. Sono stati così aggiunti agli stessi impianti i trasmettitori anche per il tre. La sponda veronese è illuminata da un impianto ubicato sul Monte Penice, in provincia di Pavia e quindi assicura i programmi lombardi. Il contratto di servizio della Rai con lo Stato dice che si deve prevedere la copertura della popolazione e non del territorio. Quindi quando è stato integrato questo servizio, si è provveduto ad installare nuovi impianti dove c’erano aree scoperte per la popolazione, il Garda veronese poiché era coperto dal segnale lombardo non è rientrato nei piani di copertura». «Questa è la linea dell’azienda, che innanzitutto è interessata a coprire le aree senza servizio. La copertura veneta viene fatta con un grosso trasmettitore che si trova a Monte Venda nel Padovano, sui Colli Euganei. La sponda veronese del Garda non riceve i segnali provenienti dalla parte orientale perché è posizionato in un avvallamento e quindi coperto dalla dorsale morenica, ma appena ci si alza in quota, il segnale arriva». Situazione che il sindaco di Peschiera, Umberto Chincarini, commenta così: «Al di là delle inaugurazioni e degli annunci di una televisione vicina al territorio con le nuove sedi, mi auguro che ci si possa occupare concretamente anche del Lago di Garda. Non mi meraviglio poi se comuni vicini vogliono staccarsi dal Veneto». A monte, da Malcesine, il sindaco Giuseppe Lombardi spiega: «Qui prendiamo o la Rai trentina o la lombarda, della veneta non c’è traccia. Penso che la Rai sia un servizio pubblico che deve essere garantito a tutti i comuni della Regione ed è giusto ci mettano nella posizione di poterne usufruire». Dello stesso avviso il sindaco di Garda e assessore provinciale, Davide Bendinelli, che precisa: «Considerato che la Rai ha istituito una nuova sede a Verona, è doveroso che i vertici si attivino affinché anche il nostro territorio riceva il segnale di Rai Veneto». Pietro Meschi, sindaco di Bardolino, sottolinea: «Abbiamo il diritto di vedere il notiziario veneto, soprattutto quando manda in onda servizi sul nostro paese, la gente è stufa di vedere quello della Lombardia». Lo stesso vale anche per il sindaco di Lazise, Renzo Franceschini.
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In molte zone non arriva il segnale da Padova ma dalla Lombardia