lunedì, Febbraio 24, 2025
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L’azienda: «Una scelta strategica». I sindacati: «Decisione assurda». Lavoratori mobilitati. Il sito produttivo chiuderà entro la primavera dell’anno prossimo

«Wella», 200 posti a rischio

La produzione della «Wella Italia» di Castiglione delle Stiviere cesserà nel giro di pochi mesi. La decisione è stata annunciata ieri dalla direzione a conclusione di un vertice con i rappresentanti di Cgil e Cisl. L’incontro era stato chiesto dai sindacati per fare il punto della situazione dello stabilimento. Nei piani della multinazionale lo smantellamento della catena produttiva dovrebbe essere completato «entro il primo trimestre 2005». A rischio ci sono duecento posti di lavoro. La chiusura della fabbrica, hanno spiegato i vertici della Wella, è maturata nel quadro di un riassetto «globale delle strutture produttive» varato sulla scorta di uno «studio internazionale congiunto sulle produzioni». Dalla ricerca sarebbe emerso che «il polo produttivo mantovano sconta uno svantaggio competitivo che dipende soprattutto dalla posizione geografica e dalle dimensioni, contenute rispetto agli altri stabilimenti del gruppo». Franz Maier, amministratore unico di Wella Italia, ha definito la misura «dolorosa e difficile ma inevitabile per il successo a lungo termine dell’azienda». Il «numero uno» della società ha comunque precisato che «con l’eccezione della produzione, tutte le altre attività aziendali continueranno ad avere sede a Castiglione». Nonostante la direzione affermi in una nota di «aver immediatamente avviato il dialogo con le parti sociali, nel tentativo di ricercare le migliori soluzioni possibili per garantire ai dipendenti coinvolti adeguata e sostanziale assistenza e per ridurre al minimo l’impatto della decisione», la reazione dei sindacati è stata dura. «La chiusura – spiegano in un comunicato congiunto firmato dalle Rsu aziendali e da Cgil e Cisl di Mantova -, è grave per il metodo e per le motivazioni che fanno esplicito riferimento a una scarsa competitività». «È incomprensibile – proseguono i rappresentanti dei lavoratori -, che una decisione di questo tipo riguardi una realtà che negli ultimi anni ha prodotto utili considerevoli con un incremento del 40% nel 2003. Lo stabilimento vanta inoltre una situazione economica e un patrimonio di professionalità in grado di garantire trend positivi». Subito è scattata la mobilitazione: oggi sono state convocate le assemblee dei lavoratori che metteranno a punto un programma di scioperi ma anche un pacchetto di iniziative rivolte a istituzioni e parlamentari «per difendere – spiegano i sindacati -, il lavoro, il valore professionale e umano dello stabilimento di Castiglione». La sede italiana della «Wella» è stata fondata a Castiglione nel 1961 con il nome di «Labocos», in pieno «miracolo economico». Allora, l’azienda contava circa ottanta lavoratori. Il 17 marzo 2003, la multinazionale «Procter and Gamble» acquisì la maggioranza delle azioni varando un programma di consolidamento delle produzioni. Attualmente i dipendenti coinvolti nella chiusura della catena produttiva sono complessivamente 200, 143 dei quali impiegati a tempo indeterminato. Una ventina i bresciani. Si chiude così un’estate da dimenticare per le industrie da sempre simbolo della cittadina aloisiana, cominciata con il fallimento delle rubinetterie «Rapetti» del 25 giugno scorso, proseguita con il duplice incendio doloso della «Castiglione rifiuti» e finita con l’addio di una delle «colonne» del tessuto produttivo castiglionese.

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