Una stella cadente per esprimere un desiderio, un calice di vino per suggellare una promessa. Il buon bere e la poesia del cielo stellato di una notte di mezza estate s’incontrano di nuovo per CALICI DI STELLE, la festa che si svolge in contemporanea nelle piazze e nei luoghi più suggestivi e belli delle Città del vino d’Italia.A Peschiera del Garda tutti a Forte Ardietti, sotto le stelle sognanti del 10 agosto. Peschiera del Garda festeggia la notte di San Lorenzo promuovendo per il terzo anno consecutivo la manifestazione “Calici di stelle”, tradizionale festa d’estate dell’Associazione Città del Vino cui aderisce.L’appuntamento è alle 21.00 sull’altura dov’è posto Forte Ardietti, una magnifica costruzione militare a pianta circolare, progettata per difendere la città e, per una notte custode di sogni e piaceri enoici. Affacciato sulla valle del Mincio, utilizzato per anni come polveriere dell’esercito, è stato restaurato con cura ed è conservato dall’opera del Centro di Documentazione Storica.L’evento è curato direttamente dall’Amministrazione comunale, in collaborazione con Associazioni di volontariato presenti sul territorio e dal Consorzio di tutela del vino Lugana con le cantine di produzione del rinomato vino.Gli “alcovoli” di Forte Ardietti ospiteranno gli stands di esposizione e degustazione dei vini delle cantine partecipanti che saranno serviti in bicchieri personalizzati da ritirare all’ingresso della festa. I vini saranno accompagnati da assaggi di prodotti tipici quali olio, salumi, formaggi, dolci, pane e specialità gastronomiche locali.Intrattenimento musicale dal vivo nel cortile interno del Forte con brani anni ’60 e “karaoke” aperto a tutti.In caso di pioggia niente problemi, il Forte può ospitare un esercito…di persone ma sarà possibile incontrare a sorpresa anche qualche personaggio in divisa militare dell’epoca.E naturalmente… vietata la luce artificiale: tutti con naso all’insù a manifestare, in segreto, desideri inconfessati.La notte del 10 agosto, ogni anno, lo sguardo si rivolge al cielo per cogliere il lampo di una stella cadente.La caduta delle stelle è provocata dal passaggio, all’interno dell’orbita terrestre, degli asteroidi della costellazione di Perseo (detti appunto Perseidi, situata nell’emisfero boreale ai margini della Via Lattea).Le meteoriti di piccole dimensioni viaggiano a forte velocità, anche oltre i 70 km al secondo, entrando nel campo di attrazione della Terra. A circa 150 chilometri di altezza si incendiano e si disintegrano. Però è molto più poetico pensare che quelle masse incandescenti che si consumano a contatto con l’atmosfera in pochi secondi, siano le lacrime di San Lorenzo.Questa notte, infatti, è dedicata al martirio del Santo, bruciato sui carboni ardenti, e sepolto nell’omonima basilica a Roma. Il martirio avvenne appunto il 10 agosto del 258 perché si rifiutò di consegnare al Prefetto di Roma i tesori della Chiesa a lui affidati in qualità di primo diacono. In realtà quei tesori lui non li possedeva più: li aveva venduti per aiutare i poveri. E quando quei beni gli furono richiesti, portò poveri ed ammalati della città di fronte al Prefetto dell’Urbe dicendogli:”Ecco i tesori eterni che non diminuiscono mai e fruttano sempre, sparsi dappertutto”. Il Prefetto non gradì.Le stelle cadenti sarebbero, dunque, per la credenza popolare, le lacrime versate dal santo durante il suo supplizio, che vagano in eterno nel cielo, e che scendono sulla Terra solo il giorno in cui morì, creando un’atmosfera magica e carica di speranza. In questa notte, infatti, si crede che si possano avverare i desideri di coloro che riescono ad agguantare, con lo sguardo, l’attimo fuggente di un dardo infuocato che si consuma nel buio della notte.In realtà San Lorenzo non morì bruciato, ma decapitato; ma nell’immaginario popolare questa è la storia che si è tramandata. La tradizione è fortemente radicata un po’ ovunque: anche il poeta Giovani Pascoli dedicò alla notte di San Lorenzo un canto, chiamato “X agosto”, in cui rievoca la morte del padre ucciso in un’imboscata proprio quel giorno. (tratto da Terre del Vino – agosto 2003)