Livio Parisi, già professore al Floriani e e sindaco di Castelletto, autore di numerose pubblicazioni legate alle tradizioni del suo paese, torna in libreria con una intervista immaginaria al beato Giuseppe Nascimbeni, fondatore dell’ordine delle Piccole suore della Sacra Famiglia. L’occasione è offerta da un anniversario: i 150 dalla nascita di questo sacerdote, coraggioso, tenace, attento ai bisogni della sua gente, animatore d’un movimento che ha dell’incredibile se si tien conto delle condizioni di vita d’un pugno di cristiani costretti, come tanti altri, a strappare la vita fra lago, olivi e magri campi rubati alla montagna. Livio Parisi interroga, sulla fanciullezza, gli studi, la vocazione, la fondazione dell’ordine decisa come risposta ad un’esigenza pastorale profonda. Ed il beato Nascimbeni risponde, con la pacata fermezza di un’anima bella, convinto di interpretare fino all’ultimo respiro uno dei misteriosi disegni che la divina Provvidenza assegna agli uomini. «Insistevo perchè praticassero, non solo a parole,… l’esempio, dovevanio essere loro innanzitutto, ognuno di loro esempio agli altri. E li indirizzavo alla carità: l’assistenza ai malati, agli anziani, ai bisognosi». Nasce la prima casa a Castelletto, quattro suore, sei cellette, un parlatorio, un laboratorio. «Nel 1892 le suore erano quattro, nel 1900 divennero ottantanove». Le case si moltiplicano a Tiarno, Gargnano, Arcole, San Zeno, Albaro, Grezzano; 14 nuove case in due anni ed un solo segreto: «Crocefisso ed orologio. Dal crocefisso ho imparato a patire, dall’orologio e non perdere tempo». E poi la Grande guerra, morti, feriti, fame, malattie: corpi ed anime da sostenere. Il declino, e, lieto come dev’essere per un credente, il trapasso. Il ricavato della vendita del libro di Livio Parisi andrà al Piccolo Cottolengo di Bahia Blanca, 80 bambini disabili, un altro miracolo delle suore di Castelletto.