Dopo Manerba, che l’altr’anno ha creato 403 ormeggi fuori dal porto, adesso l’operazione è in atto a Moniga. «Si stanno realizzando otto campi boa in grado di accogliere 389 barche: alcuni davanti ai campeggi Piantelle, S.Michele, Fontanelle e Le Brede, altri in località S.Sivino o vicino al porto – spiega Fausta Tonni, ingegnere, responsabile del Consorzio per la gestione associata delle aree demaniali, con sede a Salò -. Le domande per l’assegnazione dovevano essere presentate dal 31 gennaio all’11 febbraio. Ne abbiamo ricevute ben 586, ed è stato necessario effettuare delle scelte, in base al regolamento comunale». Molti (circa 200) sono rimasti esclusi, e qualcuno sta ancora mugugnando, anche perchè la durata della concessione è di sei anni. «Non mi hanno accettato la domanda presentata il 2 febbraio – ci scrive Emilio Grecchi -, benchè da venti anni abbia puntualmente pagato il canone, e in passato addirittura costretto a rifare le pratiche a causa dello smarrimento dei documenti, e non da parte mia. Nelle assegnazioni non è stato rispettato alcun criterio mutualistico. Inoltre le comunicazioni sono pervenute al mio indirizzo di Moniga (non a Rozzano, in provincia di Milano, come assicuratomi), col risultato di perdere alcuni giorni preziosi». La signora Tonni fornisce le opportune spiegazioni. A Moniga c’erano 400 boe autorizzate, più numerose altre abusive. Chi pagava e chi no. Regnava insomma il disordine totale. Basti dire che molti stranieri, proprietari nella zona di appartamenti o ville, utilizzavano caloriferi o bidoni vuoti di oli esausti o massi per agganciarvi catene e boe, cui attraccare il motoscafo o la barca. Alla fine dell’estate, quando se ne andavano, accorciavano la misura della catena e tiravano sott’acqua la boa, che così risultava invisibile. «Adesso – spiega Tonni – il comune ha deciso di creare otto campi, collocando plinti in cemento, tutti collegati a maglia. Il lavoro dovrebbe essere ultimato entro il 25 aprile. Il numero degli ormeggi è sceso a 389. Un riordino generale, che consente di riportare ordine ed eliminare gli abusi. Da notare che le vecchie tariffe base della Regione, di 25 euro al metro quadro per imbarcazione, vengono ridotte a 16 euro. Proprio perchè l’obiettivo è di favorire una sistemazione complessiva». Ma com’è possibile che un utente debba rinunciare al posto dopo 20 anni di…fedeltà? «Il regolamento del municipio di Moniga stabiliva che l’assegnazione sarebbe stata effettuata tenendo conto del giorno di invio della domanda (il 31 gennaio avrebbe preceduto il 1 febbraio, e così via), delle residenza in paese, del fatto di essere già concessionari nel 2003 e nel 2004, del tipo di unità di navigazione (adibite a servizio pubblico di vigilanza e soccorso, appartenenti a circoli nautici, iscritte nei pubblici registri). Noi abbiamo proceduto compilando una graduatoria nel rispetto di tale normativa, sorteggiando poi ogni ormeggio da attribuire. Chiaro che, di fronte alle numerose richieste, molti sono rimasti fuori. Se in futuro qualcuno degli assegnatari si ritirerà, subentreranno i primi degli esclusi. Il bando è stato a suo tempo diffuso sul sito Internet della Gestione associata e all’albo pretorio del comune di Moniga. Inoltre, per semplice atto di cortesia, senza che ne fossimo obbligati, lo abbiamo inviato all’indirizzo di tutti i precedenti concessionari». Dopo Manerba e Moniga, nel 2006 i campi boa potrebbero essere collocati a S.Felice e a Padenghe. Ricordiamo che il Consorzio, presieduto da Bernardo Berardinelli, assessore ai lavori pubblici di Salò, gestisce gli spazi extraportuali di 17 località (le 14 della sponda bresciana del Garda e le 3 del lago di Idro). E ora sta gradualmente allargando le proprie competenze. Comincerà, infatti, a occuparsi anche dei porti. I primi ad affidargli l’incarico sono stati Salò, Gardone Riviera, Moniga, Tignale, Idro, Anfo, Bagolino. Gli altri hanno deciso, per il momento, di continuare in proprio. Probabile che, in futuro, si aggiungano S.Felice e Desenzano. Intanto registriamo una novità per quanto riguarda la Navigazione pubblica. Si profila la regionalizzazione della Gestione governativa, che dispone di aliscafi, catamarani e motonavi, come già avvenuto per il lago di Iseo. Al Pirellone ritengono che potrebbe farsene carico la Comunità del Garda. L’organismo presieduto da Pino Mongiello si trasformerebbe a sua volta in Consorzio, acquisendo le nuove funzioni.