Sarà un convegno storico a commemorare e far luce sulla vita e morte di Giovanni Gentile, assassinato il 15 aprile del 1944 a Firenze da un commando di partigiani comunisti. A sessantanni dalla sua scomparsa, il Centro Studi e Documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale Italiana di Salò, in collaborazione con il Comune e con il patrocinio della provincia di Brescia e della Regione Lombardia, ha messo a punto un evento culturale per onorare la figura del filosofo italiano. Il convegno, che si terrà venerdì 14 maggio nel Palazzo della Magnifica Patria, è stato presentato ieri mattina nella sala giunta di Palazzo Broletto alla presenza del presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli, del sindaco di Salò Giampiero Cipani, del presidente e vicepresidente del Centro Studi Rsi, Roberto Chiarini (docente all’Università di Milano) e Sandro Fontana (docente all’Università di Brescia). «Si discuterà di un uomo che aveva aderito al fascismo di Salò, ma che dall’altra parte aveva sempre dato prova di maturazione e umanità», hanno detto gli organizzatori. La sua fine tragica sarà ulteriore tema di sviluppo e di riflessione insieme agli anni tragici alla fine della seconda guerra mondiale. Un omicidio che è ancora fonte di discussione e dibattiti. Una figura controversa per il ruolo avuto all’interno del fascismo sia come intellettuale che come ministro della Pubblica Istruzione. Contrapposto a Benedetto Croce, interlocutore della sinistra rivoluzionaria, Giovanni Gentile venne considerato un pensatore con cui in ogni caso bisognava misurarsi. Il convegno sarà quindi, come è stato ribadito, un incontro per ricordare anche il riformatore della scuola. È il creatore di alcune fra le maggiori istituzioni culturali del Paese: dalla Scuola Normale all’Enciclopedia Treccani. Creature che tutt’ora sopravvivono e che hanno contribuito alla formazione culturale di quattro generazioni di cittadini italiani. Il convegno sarà quindi anche un modo per interrogarsi sul ruolo di Gentile nella cultura italiana. Mentre Cavalli ha sottolineato la rilevanza nazionale del convegno, Roberto Chiarini ha lanciato un appello a privati ed enti pubblici affinchè «affidino, anche in comodato, documenti che in caso contrario non verrebbero valorizzati». Per il futuro è prevista anche la realizzazione di «un archivio delle fonti orali» attraverso la raccolta di testimonianze. È in questo contesto che viene rivalutato il ruolo del Centro Studi e Documentazione sul periodo storico della Repubblica Sociale Italiana di Salò. «Non è un museo di conservazione dell’ideologia fascista – ha voluto precisare Cipani, sindaco di Salò – ma un luogo di ricerca e studio critico e scientifico di uno dei periodi più controversi della storia italiana. Un archivio di trecento volumi raccolti in un solo anno di esistenza». Il Centro Studi raccoglie un pezzo importante di storia e Giovanni Gentile ne è parte.
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Un convegno nel sessantesimo della morte. Un dibattito per far luce sulla figura controversa del filosofo
Studiosi a confronto «Chi uccise Gentile?»
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