sabato, Dicembre 21, 2024
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Il presidente della Provincia invita i sindaci al confronto ma avverte: non si deve perdere altro tempo. «A Brescia non serve una stazione-bis, meglio Montichiari»

Treni veloci, ultimatum di Cavalli

«Il dibattito è necessario ma è ora che gli amministratori locali, se devono prendere posizione, lo facciano su aspetti che corrispondono realmente alla verità…». La Provincia stringe i tempi rispondendo colpo su colpo alle polemiche sul progetto «Tav», la linea ferroviaria ad alta velocità fra Verona e Brescia. Il presidente Alberto Cavalli e l’assessore ai Trasporti Valerio Prignachi ieri hanno riunito la stampa per dire la loro, esprimendo «considerazioni analoghe a quelle di Corsini e degli altri sindaci ma opposte nell’obiettivo finale». Il tutto con un pizzico di polemica e senza andare troppo per il sottile: «Con questo progetto – ha spiegato Cavalli – ci giochiamo buona parte dello sviluppo economico delle generazioni a venire. E’ un’opera assolutamente importante, della quale trarremo grandi benefici se insistiamo ora ed enormi danni nel caso contrario». Il riferimento è alle polemiche che hanno tenuto banco nelle scorse settimane all’indomani della conferenza dei servizi del dicembre 2002 durante la quale era stato illustrato il tracciato della linea. Ad alzare la voce erano stati soprattutto alcuni sindaci dei ventisette comuni bresciani attraversati e qualche associazione di categoria del mondo agricolo. Ma l’ipotesi che gli amministratori del Broletto proprio non condividono è quella di far passare attraverso il capoluogo l’asse portante della linea: «Non mi pare – ha proseguito Cavalli – che la città di Brescia abbia bisogno di un’ulteriore concentrazione di funzioni, anzi. Ci sono già i disagi legati ai cantieri delle Lam e quelli nel prossimo futuro per la costruzione della metropolitana leggera. Non è il caso di aggiungerne altri… lungo l’intera linea tutte le realtà urbane vengono lambite ma non attraversate, è il caso di Milano, Genova e Torino. Si tratta anche di mantenere una certa coerenza. La ricostruzione ideale delle mura venete fa male a città e provincia». La linea «Tav» è inserita nelle opere del cosidetto «corridoio infrastrutturale 5» destinato a collegare l’Europa da Est a Ovest (da Lione a Kiev): «Per Brescia è particolarmente strategico – ha detto Cavalli – perchè fornisce la possibilità di unire le nostre imprese ai mercati in sviluppo dell’est europeo. Lo stesso Ciampi ne ha sollecitato la realizzazione». Sembra quindi che di fronte a tanta importanza il Broletto inviti tutti a stringere i tempi: «Sono convinto – ha sottolineato il presidente della Provincia – che Brescia in quest’opera debba trovare prospettive di sviluppo e protagonismo, non di penalizzazione, per questo la scelta prioritaria è considerare il tratto a sud della città come asse portante della linea. L’altra soluzione non è assolutamente idonea oltre che inadeguata a quello che Brescia è oggi, non più una provincia che si divide nettamente fra città e zone periferiche ma un sistema unico nel qualche queste due componenti si fondono». In quest’ottica si inserisce anche la stazione che dovrebbe, secondo gli intenti, essere costruita nel punto più prossimo allo scalo aereo di Montichiari, come ha spiegato Prignachi: «La prospettiva dell’aeroporto, a detta di molti, è quella di diventare uno scalo di primo piano nel Nord Italia, ecco perchè la fermata della Tav è stata pensata in quella parte della provincia». Il tutto senza voler evitare il confronto con chi esprime perplessità sulle presunte ferite inferte al territorio: «In questa fase di progettazione secutiva – hanno spiegato Cavalli e Prignachi – la Provincia continua a svolgere il suo ruolo di raccordo in una logica ormai di consultazione costante sia con i comuni che con i soggetti privati. Tutti, provincia inclusa, avvertono delle preoccupazioni ma, nonostante questo, ci poniamo con grande attenzione nei confronti di un’opera importantissima cercando di evitare al minimo i disagi». Prignachi usa anche una metafora: «La Tav è un come un vestito che la provincia deve calzare a perfezione». Un ultimo accenno del presidente va al mondo agricolo: «E’ assurdo pensare che una provincia che quasi quotidinamente promuove questo o quell’aspetto della sua agricoltura non senta proprie le preoccupazioni degli addetti ai lavori».

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