In questi giorni, il Comune di San Felice e gli altri uffici competenti riceveranno il progetto per il consolidamento e il risanamento del santuario della Madonna del Carmine, sempre a San Felice. Dopo avere realizzato il rilievo della chiesa e la relativa pianta (il tutto è stato esposto su pannelli), sono state effettuate le indagini diagnostiche. Nel frattempo, i frati hanno inviato la domanda per iniziare il restauro degli affreschi. L’originario impianto del santuario coincide, molto probabilmente, con l’attuale abside costruita nel 1452 e intitolata alla Madonna delle Grazie, chiamata popolarmente «Santa Maria delle cisterne» per la presenza di abbondanti sorgive di acqua. I lavori furono ultimati intorno al 1470. Poi fu costruito il convento, utilizzato come Noviziato dai Carmelitani fino al 1770, anno in cui la Serenissima Repubblica Veneta pensò di sopprimerlo e di venderlo ai privati. Seguì un lungo stato di abbandono. Nel 1952 i frati tornarono a occuparsene. Inserito nell’itinerario «Medioevo religioso in Valtenesi», l’edificio costituisce uno degli esempi più significativi dell’architettura di transizione romanico-gotica. Gli affreschi sulle pareti interne, riportati alla luce agli inizi degli anni Sessanta, sono stati realizzati quasi tutti nella seconda metà del Quattrocento. Evidenti gli influssi della scuola lombardo-veneta; nulla di preciso, invece, sull’autore. A un primo colpo d’occhio si presentano come fogli di un antico codice miniato; frequenti le figure di santi, ai quali si ricorreva per la protezione dalle malattie. Ciò induce a pensare che possano essere considerati ex voto. Preoccupati per lo stato di conservazione del complesso, recentemente i frati hanno interpellato la Sovrintendenza. Sono state riscontrate numerose fessure, carenze nello stato di conservazione della copertura del campanile e nell’apparato per la raccolta e lo smaltimento delle acque piovane, un insufficiente grado di impermeabilità di alcune pareti e l’assenza di un sistema di isolamento. E inoltre: umidità, insufficiente traspirazione, un sistema statico alterato da manomissioni e non adeguato alle esigenze che la zona sismica richiede. Il ciclo degli affreschi, poi, presenta frequenti distacchi, fessurazioni delle precedenti inidonee stuccature di restauro e diffusi depositi di sali solubili. «Vi domanderete con quali soldi si proceda in queste attività – afferma padre Santino Scapin, intervenendo su un sito Internet -. Ecco la risposta: la Fondazione Cariplo ha messo a disposizione 50 milioni (25822,84 euro); persone a noi sconosciute 20 milioni (10329,14 euro); singoli benefattori altri 7 (3615,20 euro). Un tedesco ha promesso 10 mila marchi. E sono convinto che una volta iniziati i lavori, molti altri amici si faranno vivi per sostenere la mole di spese necessarie alla conservazione di un monumento così bello». «L’entusiasmo è grande – conclude il frate -: faremo certamente qualcosa di bello. Anche perchè il 2002 ricorda i 50 anni del ritorno dei Carmelitani a San Felice». L’importo complessivo del progetto è di 710 milioni. Salvo contrattempi.
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Santuario malato: il progetto di «cura» è pronto al decollo Mancano i soldi
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